Orientamento sessuale
Orientamento sessuale
Cosa è
L’orientamento viene detto sessuale perché è orientato, rivolto, verso uno o entrambi i sessi, espresso in termini di attrazione emotiva, affettiva, relazionale e/o sessuale. Oggi si preferisci indicare invece del sesso il genere.
Nello specifico, una persona ha un orientamento omosessuale quando prova un coinvolgimento affettivo, sessuale e intellettuale prevalente, costante e duraturo, verso individui dello stesso sesso (o genere); ha un orientamento eterosessuale quando prova un coinvolgimento affettivo, sessuale e intellettuale prevalente, costante e duraturo, verso individui dell’altro sesso (o genere). Ha un orientamento bisessuale quando prova un coinvolgimento affettivo, sessuale e intellettuale prevalente, costante e duraturo, verso individui di entrambi i sessi (o generi).
Caratteristiche
Orientamento sessuale è una locuzione che può trarre in inganno, perché può richiamare attenzione sul mero aspetto sessuale trascurando le componenti emotive, affettive e relazionali che sono, invece, parte integrante dell’orientamento.
L’orientamento sessuale non è infatti sinonimo di comportamento sessuale o di attività sessuale.
Persone differenti hanno esperienze molto diverse riguardo il proprio orientamento sessuale.
Alcune lo avevano chiaro prima ancora di avere avuto alcuna esperienza sessuale. Altre hanno avuto diverse esperienze sessuali prima di arrivare a capirlo.
L’orientamento sessuale non è il risultato di una scelta e in genere emerge tra la media infanzia e la prima adolescenza. Talvolta i pregiudizi e le discriminazioni possono rendere più difficile l’accettazione del proprio eventuale orientamento omosessuale o bisessuale
Orientamento versus comportamento
Semplificando, il comportamento sessuale indica con chi facciamo sesso, l’orientamento di chi ci innamoriamo.
Per cui non basta fare sesso per sapere qual è il nostro orientamento sessuale.
Gli e le adolescenti si identificano come gay, lesbiche o bisex anche quando non hanno avuto ancora esperienze sessuali.
Molte persone assumono un comportamento sessuale per particolari circostanze (prostituzione maschile) o per la mancanza di persone dell’altro sesso (carceri, e, una volta, l’esercito).
Ci sono persone che, pur ingaggiando relazioni sentimentali con persone dell’altro sesso fanno sesso anche con persone dello stesso sesso e viceversa.
La componente relazionale
L’orientamento sessuale si esprime pienamente quando intessiamo relazioni con altre persone nelle quali vengono soddisfatti i reciproci bisogni di amore di affetto e di intimità.
L’orientamento sessuale va al di là della componente sessuale, che può anche mancare, e riguarda la sfera dei legami affettivi che includono tenerezze, obiettivi e valori comuni, mutuo sostegno e un costante impegno tra i e le partner.
Non trattandosi di un comportamento sessuale che riguarda il singolo individuo non può essere tenuto per sé.
“L’orientamento sessuale definisce il gruppo di persone in cui è probabile trovare le relazioni romantiche soddisfacenti e appaganti che sono per molte persone una componente essenziale dell’identità personale”
(American Psychological Association, 2008).
Cosa non è
L’orientamento sessuale non è sinonimo di identità di genere (vedi) che riguarda la percezione di se stessi e se stesse come uomini o donne, come appartenenti al genere maschile o femminile o altro in accordanza (cisgender) o discordanza (transgender) col sesso biologico assegnato alla nascita.
La maggior parte delle persone omosessuali sono uomini e donne donne cis.
Gli stereotipi di genere
Certi comportamenti vengono riconosciuti come caratteristici delle omosessualità (i gay sarebbero effeminati e le lesbiche mascoline) a causa degli stereotipi di genere che, privi di qualunque base scientifica o statistica, ascrivono determinati comportamenti solamente a uno dei due sessi.
Non tutte le ragazze mascoline o i ragazzi effeminati sono necessariamente omosessuali, e, d’altro canto, non tutte le persone omosessuali sono necessariamente effeminate o mascoline.
L’eterosessismo
La maggior parte dei personaggi dei mass media presentano modelli di affettività e sessualità rivolti esclusivamente all’altro genere che vengono dati per scontati e non hanno bisogno di spiegazioni a differenza di quelli omosessuali e bisex dei quali si deve sempre dare d’onde.
Questo atteggiamento di differenza nel considerare gli orientamenti sessuali è una caratteristica dell’eterosessimo (vedi) della società che considera ovvio e scontato solamente l’orientamento sessuale etero, considerandolo l’unico di default mentre quello gay e lesbico e quello bisessuale vengono considerati delle eccezioni, delle minoranze nel migliore dei casi da tollerare.
In realtà l’omosessualità e la bisessualità sono altrettanto naturali e normali dell’eterosessualità e i ruoli di genere influenzano anche le idee che abbiamo sul comportamento delle persone omosessuali e bisessuali.
Binarismo dell’eterosessismo
La stampa e i mass media descrivono le persone come eterosessuali e omosessuali, come se questi due orientamento fossero rigidi, incompatibili e opposti, proprio come vengono considerati i sessi maschile e femminile.
Secondo questo modo di pensare se una persona è etero non può avere relazioni gay o lesbiche. Se è gay o lesbica non può avere relazioni etero.
Invece ci si può innamorare di una persona dello stesso sesso anche se si è eterosessuali, come capita a Federica, il personaggio interpretato da Margherita Buy nel film Io e Lei (Italia, 2015) di Maria Sole Tognazzi, che si innamora di una donna, per la prima volta in vita sua, avendo avuto, fino a quel momento, esclusivamente relazioni con persone dell’altro sesso.
Cancellazione della bisessualità
Questa visione binaria dell’orientamento sessuale cancella la bisessualità alla quale non viene riconosciuta la dignità di orientamento sessuale ma viene relegata in una posizione di compromesso tra omosessualità ed eterosessualità.
Solamente se si ritiene che eterosessualità e omosessualità siano incompatibili, opposte e rivali la bisessualità presenta delle difficoltà a essere riconosciuta.
D’altronde l’orientamento sessuale non è un recinto dal quale non si può uscire. È piuttosto il luogo ideale al quale sentiamo di appartenere.
Depatologizzazione dell’omosessualità
Dal punto di vista scientifico, l’American Psychiatric Association (APA) ha rimosso l’omosessualità dalla lista di patologie mentali incluse nel Manuale Diagnostico delle Malattie Mentali (DSM) nel 1973, e ha introdotto la definizione dell’omosessualità e della bisessualità come “regolari varianti del comportamento umano”. Nel 1993 anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha accettato e condiviso la definizione non patologica dell’omosessualità.
Contro le terapie di conversione
L’orientamento sessuale non è né una scelta né una malattia. Per questo la comunità scientifica si è espressa più volte contro le cosiddette terapie di conversione dette anche terapie riparative. Queste “terapie”, prive di alcuna base scientifica, pretendono di poter cambiare l’orientamento sessuale delle persone da omo a eterosessuale.
Se essere omosessuali o bisessuali è una normale espressione del comportamento umano, non c’è motivo di voler cambiare tale caratteristica.
Tali “terapie” sono del tutto inefficaci nel modificare qualcosa che non può essere modificato. Sono anche estremamente pericolose per la salute psichica delle persone che vi si sottopongono perché legittimano l’idea che l’omosessualità e la bisessualità siano una condizione indesiderabile, una anomalia da correggere.