La formazione sui temi LGBTIQ+ come valorizzazione delle differenze e costruzione di comunità inclusive

La nostra idea di formazione sui temi LGBTIQ+

La formazione sui temi LGBTIQ+ (1) si basa sulla cultura dei diritti umani, sull’attenzione verso il linguaggio e allo sviluppo di pratiche di inclusione e valorizzazione delle differenze.

Per noi, parlare di temi LGBTIQ+ significa:

  • affrontare caratteristiche universali dell’identità di ogni persona: Orientamento sessuale, Identità di Genere, Espressione di Genere e Caratteristiche sessuali, cioè SOGIESC (2);
  • fornire conoscenze, strumenti critici e risorse concrete per il lavoro quotidiano nelle redazioni, nelle scuole, nello sport e nelle imprese, secondo le policy di Diversity & Inclusion;
  • decostruire i pregiudizi e le narrazioni sessiste, contrastare il discorso d’odio e promuovere una società in cui ogni persona possa vivere liberamente la propria identità;
  • affrontare argomenti che possono migliorare le nostre vite.

Le risorse e i materiali dei nostri corsi sono reperibili nella pagina risorse. Alcuni corsi sono disponibili anche online nella sezione e-learning.

Le origini

Il movimento omosessuale dopo il suo primo apparire alla fine del 1800, ha visto una rinascita negli anni 60 del secolo scorso come movimento di liberazione sessuale e ha condiviso battaglie importanti con il femminismo storico e con i movimenti culturali che avrebbero dato vita agli studi di genere. La nostra associazione nasce nel 1998, raccogliendo il significato storico del termine “gay”,  legato sia alla liberazione sessuale che all’esperienza di lotta allo stigma in seguito dell’epidemia da HIV. Negli anni in cui si diffondeva il web, Gaynet rispondeva al bisogno di promuovere un’informazione corretta e rispettosa sostenuta da una visione organica dei temi legati alla sessualità, all’affettività, alla parità e all’identità di genere, alla salute sessuale e all’educazione.

Oltre il politicamente corretto

Nel senso comune, l’espressione “politicamente corretto” si riferisce all’uso di determinate parole al posto di altre. In realtà, il linguaggio inclusivo non è solo una questione di lessico, non si limita alla scelta di una parola al posto di un’altra, ma riguarda il “come” usiamo le parole. Il linguaggio inclusivo va oltre la denotazione e prende in considerazione la connotazione delle parole, delle espressioni, dei modi di dire, considerando le cornici entro le quali assumono un significato.


1) LGBTIQ+: utilizziamo qui l’acronimo impiegato dalla Commissione Europea nella LGBTIQ Equality Strategy 2020-2025  della Commissione Europea, con l’aggiunta di un “+”. L’acronimo sta per: Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Intersessuali, Queer. Il “+” indica che l’elenco delle parole dell’acronimo non è esaustivo e rimane in aggiornamento.

2) SOGIESC (Sexual Orientation, Gender Identity, Gender Expression, Sexual Characteristics): Acronimo utilizzato dal Consiglio D’Europa, che non si riferisce alle singole identità ma alle caratteristiche personali) cioè Orientamento sessuale, Identità di Genere, Espressione di Genere e Caratteristiche sessuali.

Come nasce un corso. Conoscenze, strumenti e riferimenti internazionali. 

I nostri corsi nascono sempre dal contesto e dalle necessità di chi lo organizza e di chi vi partecipa.  I corsi prevedono una struttura generale che accompagna le persone partecipanti dalle conoscenze di base  alla presentazione di casi studio e buone pratiche. Sono previste inoltre sessioni interattive, lezioni laboratoriali e non formali, in particolare nei corsi progettati per le scuole e le realtà sportive.

Le fondamenta di ciascun corso sono

  • le conoscenze scientifiche di base,
  • l’analisi del linguaggio,
  • l’impiego di strumenti concreti pensati per essere utilizzati da chi partecipa.

I nostri corsi sono tenuti da persone esperte con competenze ed esperienze professionali diverse, con un approccio multidisciplinare: storico, scientifico, linguistico, sociologico e manageriale.

Durante le attività formative, facciamo riferimento a diverse risorse tra cui i 10 punti di Gaynet e Lo Stylebook di Gaynet.

La pianificazione dei corsi è in linea con le principali strategie a livello nazionale e internazionale, a partire dalla LGBTIQ Equality Strategy 2020-2025 e dalla raccomandazione CM/Rec (2022) 16 del Consiglio d’Europa, fino alla Strategia Nazionale LGBT approvata nel 2022 dall’UNAR.

Media e Giornalismo

Una delle principali attività di Gaynet è la formazione con l’Ordine dei Giornalisti dedicata alle narrazioni più comuni sulle persone LGBTIQ+ che veicolano pregiudizi e rappresentazioni fuorvianti. Proponiamo sempre l’analisi di titoli e articoli di cronaca e forniamo esempi alternativi di narrazione, approccio e linguaggio, in linea con le novità introdotte nel 2020 nel Testo unico dei doveri del Giornalista.

Per affrontare una riflessione costante sui pregiudizi presenti strutturalmente nelle narrazioni della nostra tradizione culturale, nei nostri corsi ci focalizziamo sull’attenzione ai contesti in cui i termini vengono utilizzati, e proponiamo degli strumenti critici da utilizzare quotidianamente.

Scuola 

I nostri interventi nelle scuole non sono frontali ma laboratoriali. Il nostro approccio didattico propone una decostruzione critica dell’immaginario collettivo e degli stereotipi nel linguaggio quotidiano e nei media, a partire dalle serie TV e dai social media più utilizzati dalle giovani generazioni.

La didattica laboratoriale ci consente di introdurre argomenti specifici (tra i quali differenze di genere, educazione sentimentale, contrasto ai discorsi d’odio) mantenendo come punti di riferimento gli Standard OMS sull’Educazione Sessuale e Affettiva in Europa (3) e le opere di Alma Sabatini, Cecilia Robustelli e Giuliana Giusti  sul sessismo della lingua italiana.

Curiamo lo sviluppo di criteri, linee guida e della comunicazione istituzionale per le scuole e gli enti pubblici sulle tematiche legate alla parità di genere e alla carriere alias.

Aziende 

La formazione in ambito aziendale verte sugli standard di condotta nel contrasto alle discriminazioni verso le persone LGBTIQ+ elaborati dalla Nazioni Unite e tradotti in italiano nel 2021 dall’UNAR (4). Il tema può essere affrontato da diversi punti di vista:

  • Le discriminazioni sul lavoro, le policy di Diversity & Inclusion e la valorizzazione delle differenze all’interno delle aziende.
  • La comunicazione sui temi LGBTIQ come parte della responsabilità sociale e delle strategie di marketing.
  • L’inclusione sociale delle persone LGBTIQ+ e lo sviluppo economico dei territori.

Le aziende possono contribuire al cambiamento verso una società più inclusiva sia nell’organizzazione interna sia nella comunicazione istituzionale e nelle campagne. Esiste infatti una specifica correlazione tra il livello di inclusione sociale delle persone LGBTIQ+ e lo sviluppo del territorio (5). Un esempio di questo circolo virtuoso è il “turismo LGBTIQ”, che propone spazi, luoghi e itinerari apertamente accoglienti e costituisce in Italia e nel mondo un mercato in forte ascesa (6).

4) Contrasto alle discriminazioni nei confronti di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali. Standard di condotta per le aziende. Nazioni Unite, 2017 (Traduzione italiana a cura di UNAR, 2020)

5) Rapporto tra inclusione LGBTI+ e sviluppo economico locale, 
Il quadro italiano ed europeo. Tortuga, EDGE, 2020

6) Lanfranchi Editore Milano per Sonders&Beach, in collaborazione con AITGL, 2017

Sport 

Lo sport è un fenomeno globale che ha un impatto sulla salute, sull’educazione, sulla comunicazione, sull’economia, sulla costruzione dell’immaginario collettivo. Lo sport interessa sia chi lo pratica sia chi non lo pratica: un esempio lo troviamo nelle metafore che derivano dal linguaggio sportivo, come “scendere in campo”.

In questo ambito, Gaynet utilizza la metodologia sviluppata nel progetto Outsport (7), basata sull’educazione non formale attraverso lo sport, una forma di apprendimento esperienziale sul campo che si colloca nell’ambito della Human Rights Education introdotta dal Consiglio d’Europa con il manuale Compass (8). Gli esercizi di educazione non formale sono stati sperimentati sia in ambito sportivo, per la componente atletica e dirigente, sia in ambito lavorativo per il rafforzamento del team working in ottica Diversity & Inclusion.

7) Outsport – Innovative and educational approaches to prevent violence and tackle discrimination in sport based on sexual orientation and gender identity – è il progetto Erasmus+ promosso da AiCS (Associazione Italiana Cultura Sport) tra il 2017 e il 2019 che ha promosso una ricerca europea su sport e persone LGBTI realizzata dall’Università dello Sport di Colonia . Qui è possibile trovare i materiali e la documentazione della ricerca e il toolkit sull’educazione non formale attraverso lo sport.

8) Compass, Manual for Human Rights Education with Young People, 2nd edition, 2020.

Advocacy e Diritti Umani 

I nostri corsi sono rivolti anche a chi vuole impegnarsi singolarmente o nelle associazioni per promuovere i diritti umani delle persone LGBTIQ+. L’obiettivo è il rafforzamento delle competenze di advocacy in ambito SOGIESC, con particolare riferimento al contrasto della cosiddetta “propaganda anti-gender”. I corsi interessano diverse aree tematiche, tra le quali il linguaggio e le conoscenze di base, la comunicazione e l’utilizzo dei social media, la storia del movimento e la situazione internazionale, le questioni giuridiche e legislative.

Esempi, buone pratiche e strumenti

La maggior parte degli atteggiamenti discriminatori veicolati dal comportamento ma anche dal linguaggio non sono immediatamente visibili e vengono compiuti spesso in buona fede, poiché stereotipi e pregiudizi sono molto radicati nella società. Qualunque sia l’ambito della formazione, lavorare sugli esempi e decostruire il linguaggio è il primo passo per rendere evidente il nesso tra comportamenti, parole ed episodi di violenza, come è bene indicato dalla Piramide dell’Odio

Tra gli esempi proposti, alcuni prendono spunto dalla cronaca e dal linguaggio ordinario che veicolano pregiudizi e narrative scorrette. Possiamo qui ricordare espressioni come “delitto gay”, “bacio lesbico” o l’uso del maschile per le donne trans: anche non sempre vengono stigmatizzate e percepite come discriminatorie, contribuiscono ad alimentare il meccansmo indicato dalla Piramide.

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