Lesbica

Lesbica, donna omosessuale

Termine che indica le persone omosessuali di sesso femminile, donne attratte da altre donne in maniera emotiva, intellettuale e sessuale.
In inglese accanto a lesbian viene usata l’espressione gay women.
Nella lingua italiana il termine è diffuso sia come sostantivo (“una lesbica”) che come aggettivo (“un donna lesbica”).

È  preferibile usarlo come aggettivo una persona lesbica, una donna lesbica, o, più raramente, una donna gay. 

È preferibile l’uso aggettivato della parola lesbica, insieme a sostantivi come “persone”, e “donne”  (“una persona lesbica”, “una donna lesbica”, perchè l’orientamento sessuale,  pur essendo una parte importante della personalità umana, da solo, non “fa” la persona e non esaurisce nemmeno la sua identità sessuale.

A differenza del termine gay che è un barbarismo di importazione inglese, lesbica è un termine italiano che denota originariamente le abitanti dell’isola di Lesbo dove visse la poetessa Saffo (VII secolo p.e.v.), che nei suoi versi esaltò la bellezza e l’eros tra donne.
Il termine, una volta usato in senso dispregiativo, è stato ripreso dalle donne omosessuali nel secolo scorso che ne hanno proposto un uso positivo in termini di rivendicazione e di orgoglio.

Come per le altre donne, anche le donne lesbiche faticano a veder riconosciuta la loro specificità nel linguaggio.
In un contesto dove la donna ha poco spazio per l’autodeterminazione, si fatica ad accogliere ed esprimere anche il fatto che le persone omosessuali sono lesbiche e gay

In italiano infatti gay è usato esclusivamente per gli uomini, a differenza del paese dove questa parla è nata dove è un aggettivo che vale tanto per gli uomini quanto per le donne.

Le donne lesbiche non hanno nell’immaginario collettivo uno statuto a sé e hanno trovato spazio quasi esclusivamente nell’immaginario (erotico) del maschio eterosessuale. 

Per una società sessista che mette le donne tra parentesi a cominciare dalla lingua, le donne lesbiche sono ancora più nascoste, ignorate, sottintese.

Il pregiudizio omofobico agisce in maniera diversa su uomini e donne, per questo si parla nello specifico di lesbofobia. Questa differenza è legata allorigine maschilista e patriarcale di ogni le forme di omofobia.

Lo sport ci offre in tal senso un esempio chiaro: lomosessualità maschile nel calcio è vista ancora come qualcosa di scandaloso.

Lomosessualità femminile è tollerata, ma non rispettata, perché, in fondo  si sa, le lesbiche sono dei maschi mancati.

In questo senso, la lesbofobia ha un impatto molto rilevante sulle donne eterosessuali che si accingono a fare sport o intraprendono professioni considerate da uomini.

 

le parole per dirlo

La parola lesbica e soprattutto la sua versione abbreviata lesbo così come il sinonimo saffico, vanno evitate, come aggettivi, in tutti i casi in cui questa parola non denota l’orientamento sessuale di una persona.
I “baci lesbici, lesbo o saffici” sono epiteti discriminatori e da evitare sempre.
La parole lesbica va evitate sempre anche come aggettivi in tutti i casi non si riferiscono direttamente alle persone ma agli atti che le persone compiono (“baci lesbici”) (“gli omicidi lesbici”)  o  eventi (“Feste lesbiche) o ambienti (“gli ambienti lesbici”).   
Lo stesso vale per le “adozioni lesbiche”: non sono le adozioni a essere “di un orientamento sessuale” ma sono, casomai, le persone che adottano a essere lesbiche (ma ricordiamoci che esiste sempre anche la bisessualità).

Anche dire le “coppie lesbiche” per indicare coppie dello stesso sesso non è sempre corretto, in quanto esistono donne e uomini bisessuali.

Più corretto dire quindi “coppie omosessuali” (che significa dello stesso sesso) o, meglio ancora, coppie dello stesso sesso.

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