10 Febbraio 2024

Tempo di lettura: 7min

La triptorelina si ferma in tribunale e lui è costretto alla mastectomia

Rosario Coco

In tribunale per la triptorelina

Mamma e Papà in tribunale per il farmaco che sospende la pubertà, la triptorelina. Lei a favore, lui contro. In mezzo una persona, assegnata femmina alla nascita, che all’inizio della controversia ha 15 anni e che si era rivolta all’Ospedale Careggi a 14. Se ne parla oggi, 10 febbraio, sul Corriere della Sera, nell’ambito della vicenda che pone da settimane l’Ospedale fiorentino sotto i riflettori, oggetto di ispezione da parte del Ministero della Salute. 

ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI

La transfobia in famiglia non la scopriamo oggi, purtroppo, visto che ci troviamo, dati alla mano, nel Paese più transfobico d’Europa. La questione viene tuttavia sollevata per mettere in luce ancora una volta la presunta facilità con cui Careggi proceda alla somministrazione della Triptorelina. Si parla nel pezzo di “una diagnosi fatta in poche settimane”, mentre invece le dottoresse del Careggi avrebbero dichiarato, rispondendo alle interpellanze parlamentari e regionali, che solitamente passa un anno prima della somministrazione del farmaco. 

Inoltre, al Careggi non sarebbe presente il neuropsichiatra infantile, che secondo il protocollo AIFA deve far parte dell’equipe multidisciplinare. 

Ma cosa dicono (e cosa non dicono) gli standard internazionali e nazionali ?

Le parole corrette: varianza di genere e affermazione di genere, transgender

Per prima cosa, parlare genericamente di “minori trans” è sbagliato. Se parliamo dell’infanzia ci riferiamo a persone con varianza di genere, cioè persone la cui identità di genere o espressione di genere differisce da ciò che è considerato socialmente e culturalmente appropriato per il sesso assegnato alla nascita (vedi anche infotrans.it). Alcune di loro, a partire in alcuni casi dalla triptorelina, intraprendono un percorso di affermazione di genere. Le chiameremo quindi persone transgender. La triptorelina ha tuttavia un effetto pienamente reversibile, essendo collaudata da oltre 30 anni per trattare la pubertà precoce, quindi con l’obiettivo di ritardarla, non di sopprimerla.

La scienza parla di adolescenti TGD, transgender e gender variant, (con varianza di genere), in riferimento a tutti i possibili interventi clinici (sospensione pubertà, trattamenti ormonali, chirurgia) durante i diversi percorsi di affermazione di genere.

Il farmaco viene quindi somministrato per dare più tempo alla persona. Per questa ragione, quindi, va sgomberato il campo dall’espressione “cambio di sesso dei bambini”, del tutto fuori strada. 

Secondo quanto affermato di recente dalle società scientifiche italiane, in linea con la determina AIFA (Agenzia Italiana del farmaco 2019) la valutazione deve essere condotta da un team multidisciplinare con specialista in neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, endocrinologia pediatrica, psicologia dell’età evolutiva e bioetica. 

Il Careggi e la triptorelina

Al Careggi (Firenze) si contesta il fatto che lo psichiatra risieda a Prato, ma nessun protocollo parla di un obbligo circa la presenza fisica di queste figure presso l’Ospedale: la questione fondamentale è il lavoro in équipe. Circa quanto si legge nella sentenza sulla controversia oggetto dell’articolo di oggi, la diagnosi di disforia di genere (vedi a seguire) sarebbe stata confermata solo a livello psicologico e endocrinologico. Bisognerebbe approfondire il caso specifico: quale percorsi aveva fatto già l’adolescente? quali figure aveva incontrato? Non a caso i giudici del tribunale di Lucca hanno dato ragione alla madre.

Tornando alla questione della diagnosi “in tempi brevi”: i protocolli internazionali (WPATH, SOC 8, S59) non indicano quanto tempo sia necessario per una diagnosi, ma un tempo durante il quale la persona ha soddisfatto determinati indicatori che viene ricostruito dalle figure professionali.

Comunque, i dati della regione Toscana dicono che l’età media di chi accede al servizio è 14,8 anni, mentre quella di chi riceve il farmaco 15,2. Inoltre, nel 2022, il Centro regionale per l’incongruenza di genere (CRIG) del Careggi ha registrato 60 accessi e 18 prescrizioni per il trattamento farmacologico; nel 2023 rispettivamente a 150 e 26. In proporzione la somministrazione della triptorelina è diminuita. 

Assistenza psicologica e psicoterapia. Due cose diverse

Altra questione da precisare. AIFA parla di “assistenza psicologica, psicoterapeutica o psichiatrica”, non di psicoterapia. La psicoterapia è un percorso molto diverso, che a volte prevede anche dei farmaci e che non è ritenuto obbligatorio, neanche in Italia, per la somministrazione del farmaco. AIFA prevede invece la diagnosi di disforia di genere, che può essere effettuata sia da figure di ambito psichiatrico che psicologico e fa capo alla classificazione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5- 2013) dell’American Psychiatric Association. Le persone che si rivolgono al CRIG del Careggi, in alcuni casi hanno già effettuato la diagnosi presso altre strutture, in altri la effettuano in loco. 

L’AIFA e le linee guida WPATH. Disforia di genere e Incongruenza di genere

Dal punto di vista internazionale, va detto che la determina AIFA, nella quale rientrano le pratiche di Careggi, è molto prudente, perché richiama comunque un criterio di carattere psichiatrico (DSM). Secondo le linee guida WPATH SOC 8 (The World Professional Association for Transgender Health, “la classificazione ICD-11 dell’incongruenza di genere potrebbe cogliere meglio la pienezza delle esperienze di diversità di genere e dei relativi bisogni clinici di genere”. 

La Classificazione internazionale (ICD 11- 2019) dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha inserito infatti l’esperienza delle persone trans come “condizione associata alla salute sessuale”, una situazione in cui non c’è alcuna patologia da reprimere ma un aiuto clinico per supportare un processo naturale. Pensiamo alle donne che partoriscono con il cesareo, ad esempio. C’è un’ultima questione, infine, che ci riporta all’articolo di oggi.

La triptorelina come farmaco salva vita

Come hanno sottolineato le società scientifiche italiane “a causa dello stigma sociale e istituzionale e del disagio fisico, le persone adolescenti TGD (transgender e gender diverse, cioè con varianza di genere) sono una popolazione più vulnerabile dal punto di vista psicologico, con un rischio più elevato, scientificamente ben documentato, di sviluppare ansia, depressione, abbandono scolastico, isolamento sociale, mancata relazione tra pari, sino ad arrivare ad atti di autolesionismo e suicidio”.  Dai dati della letteratura scientifica si evince che fino al 40% dei giovani TGD tenta il suicidio (cfr. James SE, et al. National Center for Transgender Equality. 2016), e che la terapia con triptorelina riduce del 70% questa possibilità (cfr. Turban JL et al. Pediatrics. 2020). 

Quando è troppo tardi la triptorelina e inutile

La vicenda di questa persona, riportata oggi dal Corriere, si è conclusa con l’inutilità della triptorelina, somministrata troppo tardi per via della disputa giudiziaria. A 17 anni infatti, la pubertà femminile si è già quasi conclusa e il ragazzo (il genere elettivo di questa persona è maschile) ha già detto che vuole fare la mastectomia, cioè la rimozione del seno. Con la triptorelina somministrata in tempo avrebbe potuto evitarla. 

Non a caso le linee guida WPATH parlano di somministrazione del farmaco in corrispondenza degli stadi Tanner 2 e 3 della pubertà (su una scala di 5), una fase che varia da persona a persona e che può verificarsi, per dare un’idea molto approssimativa, tra gli 11 e i 14 anni d’età.

Spesso sentiamo dire ma come si fa capire se si è transgender se si blocca la pubertà? Nell’articolo si dice che la persona ha iniziato a percepire l’incongruenza di genere a 14 anni, anche se la madre dichiarava che la questione fosse sorta già prima. Le sfumature della varianza di genere sono molteplici ed è difficile addentrarsi in ogni singolo caso.

Una singola esperienza di vita non può mai essere un modello per le altre.

Non c’è mai il “corpo sbagliato”

La risposta è che identificarsi con un genere diverso dal sesso assegnato alla nascita è un percorso differente e in parte parallelo allo sviluppo dei caratteri sessuali. 

Per alcune persone con varianza di genere l’esplosione di un corpo durante la pubertà presenta criticità importanti. Non si tratta, però, di un “corpo sbagliato”, né tantomeno malato, ma di un corpo che necessita di un supporto, secondo quanto ha stabilito l’OMS nell’ICD 11. 

Famiglie, figli e figlie.

A togliere ogni dubbio sull’operato di chi aiuta queste persone dovrebbero bastare la lettera di 259 genitori alle Istituzioni Europee, preoccupati della chiusura del Careggi e la lettera aperta di Genderlens, realtà di genitori con figli e figlie con varianza di genere, che ha raccolto in pochi giorni migliaia di adesioni. 

Ciò che resta singolare è che in certi ambienti la libertà educativa dei genitori è un valore assoluto (discorso molto opinabile), tranne quando si parla di genitori che supportano figli e figlie con varianza di genere

 

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