31 Gennaio 2024

Tempo di lettura: 4min

Careggi, società scientifiche chiariscono sulla triptorelina

Alessandro Paesano

La vicenda Careggi e la mobilitazione del ministero della Salute

(Foto ANSA, Maurizio degli Innocenti)

La vicenda che ha colpito l’Ospedale Careggi, specializzato nell’assistenza per adolescenti transgender e con varianza di genere, ha visto mobilitarsi una task force di controlli voluta dal Ministero della Salute a seguito dell’interrogazione parlamentare di Forza Italia, che deve ancora relazionare. Per chiarire il dibattito che ne è derivato, spesso fuorviante, le principali società scientifiche italiane interessate, si sono espresse oggi in un comunicato congiunto per chiarire la questione della triptorelina, meglio conosciuta con l’espressione “farmaci bloccanti” o “sospensivi” della pubertà.

Gli ispettori sono stati mandati per verificare l’uso di un farmaco, la triptorelina, che, a detta di Gasparri, viene somministrato senza rispettare le procedure individuate dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) anche a bambini e bambine di 11 anni.

Il Careggi e i dati delle persone minori trattate

I dati della regione Toscana (fonte il post) dicono invece che nel 2022 al Centro regionale per l’incongruenza di genere (CRIG) si sono registrati 60 accessi e 18 prescrizioni per il trattamento farmacologico; nel 2023 i numeri sono saliti rispettivamente a 150 e 26. In proporzione la somministrazione della triptorelina è diminuita. L’età media di chi accede al servizio è 14,8 anni, di chi riceve il farmaco 15,2.

“La triptorelina, un bloccante transitorio e reversibile della pubertà, è un farmaco salva-vita nei giovanissimi transgender e gender diverse (con varianza di genere, ndr), prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale, il cui scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma dare tempo ai giovani sofferenti e alle famiglie di fare scelte ponderate e mature, impedendo stigma sociale, autolesionismi e suicidi”.

Inizia così la nota di:

Associazione Culturale Pediatri (ACP), Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Associazione Medici Endocrinologi (AME),
Osservatorio Italiano di Identità di Genere (ONIG), Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) Società Italiana di Diabetologia (SID), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Società Italiana di Pediatria Endocrinologia e Diabetologia (SIEDP), Società Italiana Genere identità e Salute (SIGIS),
Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (SIMA), Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA-sezione di Psichiatria) Società Italiana di Pediatria Preventiva e Socia.

La nota chiarisce alcuni punti fondamentali

La triptorelina è un farmaco che blocca in maniera transitoria e reversibile la pubertà e viene prescritto dopo attenta valutazione multiprofessionale agli e alle adolescenti transgeder e gender diverse (TGD) per dare loro tempo di fare scelte ponderate e mature, rispetto il percorso di affermazione di genere, evitando lo stigma sociale, gli autolesionismi e il suicidio. Le persone adolescenti TGD possono provare un forte disagio psicologico che deriva in gran parte dal pregiudizio sociale e dallo stigma della società, di chi non riconosce l’esistenza e la legittimità della varianza di genere come normale espressione dello sviluppo dell’identità di genere. Lo stigma è presente anche fra il personale sanitario e medico la cui disinformazione e il pregiudizio non permette di rispondere adeguatamente alle esigenze delle persone TGD.

La pubertà nelle persone gender diverse (con varianza di genere)

Al momento della pubertà le persone TGD possono provare disagio, fisico e psicologico, nei cambiamenti fisici del proprio corpo (crescita dei peli sul viso e sul corpo, abbassamento del tono della voce, sviluppo del seno, comparsa delle mestruazioni) che non corrispondono all’identità sessuale desiderata.Le persone adolescenti TGD, a causa dello stigma hanno un rischio più elevato, scientificamente ben documentato, di sviluppare ansia, depressione, abbandono scolastico, isolamento sociale, mancata relazione tra pari, sino ad arrivare all’autolesionismo e al suicidio.La letteratura scientifica ci dice che fino al 40% delle giovani perosne TGD tenta il suicidio (fonte: James SE, et al. National Center for Transgender Equality,  2016), e che la terapia con triptorelina riduce del 70% questa possibilità (fonte Turban JL et al. Pediatrics, 2020).

Per ridurre questi rischi si può prescrivere la Triptorelina, impiegata per rallentare la pubertà precoce,  e sospendere temporaneamente lo sviluppo puberale dando la possibilità all’adolescente di esplorare il proprio percorso di affermazione di genere.

La determina AIFA

La prescrizione del farmaco avviene secondo quanto previsto dalla Determina AIFA n. 21756/2019 del 25 febbraio 2019 (dopo parere favorevole del Comitato Nazionale di Bioetica in data 13 luglio 2018) che vuole che la prescrizione avvenga solamente dopo attenta valutazione multiprofessionale, con il contributo di una équipe multidisciplinare che comprende la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, la psicologia evolutiva, bioeticisti la bioetica e l’endocrinologia.

La somministrazione avviene con l’assenso dall’adolescente e il consenso informato dei genitori che sono sempre parte attiva del processo decisionale relativamente alla terapia.

Le informazioni diffuse dalla stampa e sui social sull’impiego del farmaco e sulle sue motivazioni sono spesso errate dal punto di vista scientifico e fuorvianti, e utilizzano un linguaggio inappropriato che nulla ha a che vedere con la reale funzione di questo tipo di terapia. Non si tratta di “castrazione chimica” o  far cambiare sesso (sic) ai bambini (sic) né modificare l’orientamento e l’identità sessuale,   ma di evitare conseguenze negative sul benessere psicologico e fisico sia a breve che a lungo termine di una popolazione particolarmente fragile e vulnerabile.

Al di là della questione Careggi, c’è bisogno di una cultura sulla salute delle persone TGD basata su evidenze scientifiche e non su pregiudizi e posizioni ideologiche che mettono a rischio la loro salute e rendono ancora più difficile il loro percorso di affermazione di genere aumentando per loro le già presenti difficoltà di accesso ai servizi sanitari.

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