12 Settembre 2024

Tempo di lettura: 3min

La risoluzione Sasso sul “gender” non ha senso. Basta Wikipedia

Rosario Coco

Approvata la risoluzione Sasso alla Camera

Dopo aver lanciato strali per anni contro la definizione di identità di genere dicendo che non fosse chiara sul piano giuridico, nonostante il diritto internazionale in materia e le sentenza della Corte Costituzionale, adesso la Lega prova a istituzionalizzare l’espressione “teoria del gender” con la risoluzione Sasso approvata questa settimana in commissione alla Camera. Peccato che basti andare su Wikipedia per capire come sia considerata un argomento fantoccio. Per approfondire sulla bufala del gender vi consigliamo questa guida. 

A dirla tutta, le perplessità sull’identità di genere hanno – assurdamente  – afflitto anche il centrosinistra durante tutto l’iter della legge Zan.  Un monito affinché nel prossimo programma elettorale del centrosinistra, e non solo,  certe parole chiave siano chiare, senza indugi e giri di parole.

Si tratterebbe infatti di indugiare sul profilo europeista di una ipotetica coalizione:  la UE sin dal 2011 e la Corte Costituzionale Italiana dal 2015 avevano già riconosciuto l’identità di genere come diritto fondamentale della persona. Prima ancora si erano espresse le istituzioni internazionali, con i principi di Yogyakarta, le linee guida UNHCR per le persone rifugiate nel 2008, e la Convenzione di Istanbul nel 2011

La mistificazione, oltre la risoluzione Sasso

È incredibile come un concetto così chiaro diventi oggetto di continua mistificazione. Se ci fosse ancora Sangiuliano forse direbbe che la “teoria del gender”  risale ai tempi della lotta alla stregoneria, visto che di ‘caccia alle streghe’ stiamo ormai parlando circa l’atteggiamento culturale di questo governo verso i diritti e le persone lgbtqia+ ,come dimostra l’ultimo suicidio a Palermo da parte di un ragazzo di 33 anni. 

L’orientamento della maggioranza Meloni è chiaramente quello dei Paesi europei più reazionari, in questo momento Ungheria e Bulgaria, nei quali è stato esplicitamente vietata qualunque discussione sulle persone LGBTQIA+ nelle scuole.

L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole

Andrebbe chiarito una volta per tutte che informare sulla diversità degli orientamenti sessuali e delle identità di genere fa parte di tutte le linee guida internazionali sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, dall’OMS  all’UNESCO . Chi si oppone, come la maggioranza di Governo e Sasso con la sua risoluzione, favorisce solo abusi e violenze sui minori, visto che la maggior parte di essi avvengono tra le mura domestiche. 

La “paura” delle Drag Queen e l’ipocrisia

L’ultimo stratagemma leghista è stato quello di sfruttare l’approvazione del progetto europeo Dragtivism Jr, uno dei tanti scambi culturali finanziati dalla UE per le giovani generazioni. Raccontare i luoghi comuni sulle idee di uomo e donna attraverso l’arte Drag, ovvero spiegare l’ironia e l’interpretazione del genere femminile per riflettere sui pregiudizi che lo caratterizzano. Praticamente teatro.

La LEGA  pensa che tutto questo possa corrompere i minori, indurli ad “essere trans” e fuorviare le loro menti, ignorando che le differenze di identità e orientamenti nelle nostre scuole esistono già, basti vedere l’età delle persone che partecipano ai Pride (oltre al fatto che omosessuali o trans non si diventa). Viene quasi in mente un certo padre del pensiero occidentale di nome Socrate, accusato anche lui di corrompere i minori.

Cattivi esempi

E poi sarebbe un pò come dire che vedere i film di Stallone in TV ci abbia fatto diventare tutti dei picchiatori seriali, oppure che vedere Salvini che agitava la bambola gonfiabile sul palco con riferimento a Boldrini ci abbia fatto diventare tutti stupratori. Forse fino a questo punto no, ma chi già aveva certe idee sulle donne diciamo che ha trovato delle conferme.

 

 

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