12 Dicembre 2018
Tempo di lettura: 2min
Il peso delle parole: sessismo, omofobia e media – Rimini
Gaynet
Seminario di Formazione – Il peso delle parole: sessismo, omofobia e media
L’Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna, la Fondazione Giornalisti dell’Emilia-Romagna e Gaynet
in collaborazione con Arcigay Rimini “Alan Turing”, Rimini Summer Pride, AIGA Rimini Regione Emilia-Romagna (progetto “Radicare la parità) e col patrocinio dell’Unione Europea
17 Dicembre 2018
Presso
Sala del Buonarrivo
In Corso D’Augusto, 230 – RIMINI
9:00 – 9:30 Registrazione dei partecipanti
Saluto di:
Giovanni Rossi, presidente dell’Odg dell’Emilia-Romagna (In attesa di conferma)
9:45 – 13:30 Relazioni di:
- Dalla televisione al web, una prospettiva storica dell’informazione sui temi Lgbti
Franco Grillini (giornalista)
- L’importanza di un linguaggio non sessista e non omofobo
Alessandro Paesano (esperto di analisi dei media)
- Le donne trans e il femminismo: nuove questioni
Delia Vaccarello (giornalista)
- Donne e Chiesa cattolica alla luce del Sinodo sui Giovani: punto di svolta o equivoco mediatico?
Francesco Lepore (giornalista)
- Omofobia e linguaggio giornalistico
Pasquale Quaranta (giornalista)
Per l’evento sono riconosciuti 4 crediti formativi (1 credito all’ora)
EVENTO GRATUITO
Obiettivi e competenze da acquisire:
Obiettivo del corso è studiare le forme comunicative che più spesso scaturiscono da un inconsapevole pregiudizio, dal luogo comune, dalle frasi fatte dominate dagli stereotipi correnti tanto sulle donne quanto sulle persone omosessuali e transessuali, frutto di un’atavica cultura maschilista e sessista.
Molto spesso e inconsapevolmente, a partire dalle fonti e attraverso un’elaborazione comunicativa superficiale, si mantengono frasi allusive, forme irrispettose e inavvertitamente offensive. Non solo la cronaca nera è vittima di queste forme stereotipate (“la pista gay”, “gli ambienti omosessuali”, “i giri trans” o, sul versante sessista, titoli come “vittima dell’amore” e similari) ma anche le notizie che vengono riproposte in rete, dove è purtroppo sempre più stringente e competitiva la caccia al clic.
Un esempio classico è la confusione fra coppie di fatto e unioni civili, o quella tra outing e coming out.
Le notizie che riguardano le persone Lgbti sono sempre più presenti nel panorama comunicativo e meritano attenzione e rispetto, non soltanto perché incidono concretamente sulla quotidianità di un insieme di persone, ma anche perché, se date in modo sbagliato, possono contribuire a diffondere una visione diffidente e discriminatoria dell’omosessualità e della sessualità in generale, oltre che perpetrare una cultura maschilista che costituisce uno dei principali fondamenti dell’omofobia e di una discriminazione sessista.