26 Luglio 2025

Tempo di lettura: 3min

Andrea Soncin, uomo di calcio, e il femminile sovraesteso

Gaynet

Andrea Soncin e l’uso del femminile sovraesteso

Ricevuto da Matterella insieme alla Nazionale Italiana di Calcio femminile,  il CT Andrea Soncin ha dichiarato “È un onore incontrarla, da parte di tutte noi”. L’uso del femminile sovraesteso ha fatto notizia e ha destato diverse conversazioni sui social.

È uno dei capisaldi dei nostri corsi di formazione: l’uso indiscriminato del maschile sovraesteso (buongiorno a tutti) è un costrutto linguistico che va superato verso una pratica del linguaggio più ampia e aperta. 

Altro punto che ribadiamo da sempre è la nostra contrarietà al “politicamente corretto”. Una contrarietà a modo nostro, se vogliamo: non basta dire superficialmente “quella parola non va bene”, ma è invece necessario avere cura dei contesti e dell’uso della lingua. Sin dalle riflessioni di Alma Sabatini nel suo “Il Sessismo nella lingua Italiana” (1987), si raccomandava di evitare l’uso scontato di un participio concordato al maschile se riferito a un gruppo di uomini e donne. Una raccomandazione che prevede un’attenzione rispetto ai contesti.   

Adeguarsi al gruppo e rispettare le persone. Ecco cosa ha fatto Soncin.

Dopo quasi 40 anni, un uomo del calcio, Andrea Soncin, CT della nazionale femminile di calcio, non fa altro che mettere in pratica l’essenza di questa raccomandazione nell’uso del pronome “tutte”, rispondendo all’invito del Presidente della Repubblica. Perché di fronte a Mattarella avrebbe dovuto dire “è un onore incontrarla, da parte di tutti noi”, se la sua squadra è composta di sole donne?  La realtà è che la scelta di Soncin non avrebbe dovuto fare notizia. Siamo cosi abituate all’uso del maschile sovraesteso che persino il femminile usato per un gruppo di sole donne ci sembra strano (questa frase è appositamente al femminile). 

No al politicamente corretto, si alla cura del linguaggio. 

Non esiste una sola soluzione, né una soluzione definitiva per esprimersi in modo non sessista in italiano, ma la leggerezza con cui ancora si usa il maschile sovraesteso in diverse situazioni è ormai decisamente anacronistica. Quello che va messo in pratica non è un insieme di regole rigide e complicate per evitare il genere nel linguaggio, bensì un’attenzione all’uso della lingua, dei contesti, delle persone che interloquiscono. Intervistato sull’argomento, Andrea Soncin ha risposto: “sono io che devo adeguarmi a questo gruppo, di cui mi sento pienamente parte”. 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Sportitalia tv (@sportitalia_official)

Ed è questo lo spirito. Non parliamo qui di regole, ma di cura del linguaggio, una prassi che pone le basi per la cura delle persone. Sulla stessa scia si collocano altre soluzioni come l’uso di forme neutre (buongiorno a tutte le persone) o l’uso di simboli fonetici come lo Schwa. Pratiche linguistiche che non hanno la pretesa di essere impositive o di riscrivere dogmaticamente un sistema linguistico, come recitano i media conservatori, ma offrono un insieme di strumenti di cura, rispetto e comprensione reciproca.

Qualche consiglio per un linguaggio ampio

Evitare il maschile sovraesteso almeno nelle formule di saluto e di congedo, privilegiare le formule neutre e l’uso del sostantivo “persona”, praticare, ove possibile, un’alternanza tra i generi nelle concordanze; sono raccomandazioni che ci sentiamo di proporre a chi opera nei media per un uso più ampio e meno sessista della lingua italiana 

CONDIVIDI DOVE VUOI

LEGGI ANCHE

  • Varianza di genere e minori trans: linguaggio, salute e diritti

    14 Novembre 2025

  • Distortə 2.0 ecco il podcast e i materiali: l’impatto dell’intelligenza artificiale sui diritti

    11 Novembre 2025

  • Il linguaggio sull’infanzia e l’adolescenza trans nel nuovo quadro OMS

    30 Ottobre 2025