20 Aprile 2023

Tempo di lettura: 9min

Maternità Surrogata, 200 femministe per il dialogo e la tutela della libertà riproduttiva

Gaynet

Pubblichiamo la lettera aperta di oltre 200 femministe a sostengo di un confronto sulla GPA, diffusa il 18/04/2023, preceduta dal commento di Gaynet

“L’appello di oltre 200 femministe a sostegno del confronto sulla GPA porta finalmente il dibattito in una direzione nuova rispetto a una certa visione dell’argomento in bianco e nero, ancorata alle sensibilità etiche individuali”. Così Rosario Coco, Presidente di Gaynet.  “È necessario a nostro avviso approfondire la direzione della GPA solidaristica (Gestazione per altri), sulla quale c’è una buona proposta di partenza presentata dall’associazione Luca Coscioni e sostenuta da associazioni come Famiglie arcobaleno. È ormai chiaro che il femminismo nel suo complesso stia rifiutando il proibizionismo show della propaganda, che non fa altro che perpetrare uno status quo in cui chi può fa la GPA in Paesi senza regole. La legge proposta dal Governo non farebbe altro che criminalizzare esclusivamente le coppie di uomini: È infatti  molto complesso individuare le coppie eterosessuali che si recano all’estero e che, ricordiamo, rappresentano 9 su 10 tra quelle ricorrono a questa tecnica. Il Governo continua insomma ad agitare i soliti fantasmi pur di spostare l’attenzione dal riconoscimento dei diritti dei bambini, con le procure che stanno iniziando a chiedere gli atti di registrazione. La maggioranza – conclude – si sta macchiando di una violazione palese dei diritti umani e del minore”.


Lettera aperta

Su Gpa non servono appelli ma un dibattito aperto e non precostituito, che guardi alla tutela dei bambini e delle bambine

Il femminismo italiano è ampio e plurale,

con storie, linguaggi, pratiche diverse. Ha attraversato e indirizzato le nostre vite nel pubblico come nel privato. Come femministe viviamo e abitiamo luoghi differenti, abbiamo idee e visioni diverse, siamo ben consapevoli che non esista un solo femminismo e come femministe vogliamo intervenire nel dibattito sulla gestazione per altri, ma non vogliamo farlo solo attraverso una lettera. Un testo-appello assertivo, rivolto alla segretaria del Pd, che più che aprire una discussione sembra chiuderla.  Pensiamo sia necessario che su un tema etico così sensibile, delicato e divisivo ci si confronti in un dibattito pubblico aperto, spogliandoci di ogni fondamentalismo, di ogni ideologia precostituita e ascoltando tutte e tutti quelli che su questo tema possano portare saperi, esperienze e pratiche. Ascoltando soprattutto i soggetti coinvolti, le persone in carne ed ossa, le nuove relazioni che si creano, le loro vite.

Partendo però da un dato di fatto, che nel nostro ordinamento la Gestazione per altri è un reato (la pena per chi viola la legge prevede la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600.000 a un milione di euro) e che, così come ribadito più volte da insigni giuristi, non si può creare il “reato universale” di maternità surrogata perché è innanzitutto un’aberrazione giuridica.

Quando ci riferiamo al “reato universale”

dobbiamo prima di tutto capire che questo concetto nel linguaggio giuridico neppure esiste. Possiamo parlare di reati come crimini di guerra, o reati contro l’umanità, cioè reati che la comunità internazionale ritiene presentino una criminosità manifesta che giustifica una repressione ad ampissimo raggio. Ma non è certamente il caso della gestazione per altri. E non è questo il modo di contrastare lo sfruttamento del corpo femminile, sempre in agguato nel nostro mondo, ma non può diventare la chiave di lettura di tutte le esperienze di separazione tra gestazione e maternità. Significherebbe condannare prima ancora di aver indagato e ascoltato i soggetti coinvolti.  Non è questo che la pratica femminista ci ha insegnato.

Quello che questa maggioranza politica sta provando a mettere in campo è prevedere che, a prescindere da come la condotta sia qualificata all’estero, la si possa perseguire come reato, imponendo l’applicazione della legge italiana anche all’estero. Non considerando che nel nostro ordinamento il diritto penale deve essere minimo, cioè deve intervenire quando non ci sono altri strumenti

Quello di cui invece ci si dovrebbe preoccupare è l’esistenza di un vuoto di tutela per i bambini figli di genitori di coppie omosessuali,

vuoto per il quale la Corte Costituzionale con due sentenze (n. 32 e 33 del 2021) ha invitato il Parlamento a legiferare. Perché crediamo, come lo crede la Corte Costituzionale, che l’adozione da parte del genitore intenzionale o non biologico (unica strada oggi percorribile) presenti complessità e problemi, prima di tutto perché non è prevista da una legge, ma è data dai giudici, che astrattamente potrebbero anche cambiare idea. Inoltre, l’adozione è un procedimento giudiziario oneroso e lungo in termini di tempi e presenta numerosi deficit di tutela. Ad esempio il bambino non può “costringere” il genitore intenzionale ad adottarlo (il bambino è, quindi, sprovvisto di tutela nell’ipotesi in cui il genitore intenzionale abbandoni la propria famiglia). Inoltre, sempre in caso di dissidi tra genitori, il genitore biologico potrebbe non prestare il consenso all’adozione per il genitore intenzionale negandogli, quindi, il riconoscimento della genitorialità. Ulteriori drammatici problemi sorgerebbero nel caso di morte di uno dei genitori. Infine, l’adozione in casi particolari espone le bambine e i bambini, e i loro genitori, a indagini relative all’idoneità genitoriale e al benessere del bambino: qualcosa di grottesco, se si pensa che stiamo parlando di bambine e bambini che vivono fin dalla nascita con quei genitori.

L’inerzia del governo e del Parlamento su una materia così delicata e che ha risvolti concreti sulla vita delle persone,

il voto del Senato che ha bocciato la proposta di regolamento europeo per il riconoscimento dei diritti dei figli e delle figlie di coppie omosessuali e l’adozione di un certificato europeo di filiazione, la circolare diramata dal ministero dell’Interno che vieta agli ufficiali di Stato civile di trascrivere gli atti di nascita dei figli nati all’estero da coppie omosessuali, rimarcano sempre di più la disparità di tutela fra i bambini e le bambine nati in famiglie composte da coppie omosessuali rispetto a quelle eterosessuali.Una disparità di trattamento che solo in parte discende dalle modalità della nascita e che ci pare piuttosto condizionata, sul piano politico-culturale, dall’orientamento sessuale dei genitori.

Ridurre una questione così complessa – che, lo ripetiamo, riguarda prima di tutto i diritti delle bambine e dei bambini con genitori dello stesso sesso – a un dibattito, per quanto importante, sulla gestazione per altri è fuorviante. Anzitutto, perché alla gestazione per altri fanno ricorso in modo largamente prevalente coppie eterosessuali, ma di essa si parla solo quando nel dibattito pubblico riemerge la questione della disciplina dell’omogenitorialità. E soprattutto, perché procedendo in questo modo rischia di essere invisibilizzata, nel dibattito pubblico, la maternità delle donne lesbiche.

E questo come femministe non possiamo accettarlo e non possiamo accettare il disegno, neppure tanto nascosto, che la destra porta avanti: imporre un unico tipo di famiglia, quello formato da una donna e da un uomo, e ridurre a “devianza” – nella migliore delle ipotesi da “sanare” o “tollerare” – tutto quello che da questo modello si allontana.

Non crediamo, come femministe, che il nostro spazio pubblico sia minacciato da una  legge che regoli la registrazione della filiazione anche per le coppie omosessuali,

e che finalmente azzerile discriminazioni fra figli nati da coppie eterosessuali e omosessuali.

E come femministe vogliamo invece continuare a discutere sulla gestazione per altri, ascoltando, riflettendo, promovendo confronti liberi sulle domande che la complessità del tema pone a tutte noi.  A partire per esempio da una discussione sulla maternità, sul corpo materno, sulle possibilità delle  biotecnologie ma anche sui loro limiti, sugli effetti nell’immaginario e nel simbolico dell’identità femminile determinati dalla separazione tra gravidanza e maternità.

Parliamone e ascoltiamoci quindi,  femministe di ieri e femministe di oggi, senza però mai rimuovere che la differenza femminile non può essere schiacciata sull’essenzialismo biologico, sul sesso biologico e senza mai dimenticare che il tema della surrogazione di maternità è ormai un tema pienamente utilizzato dalla destra, dentro un moderno biologismo patriarcale che intende riaffermare il valore naturale della famiglia tradizionale.

Servirebbero regole e non proibizioni, perché l’autonomia e la capacità di decidere sul proprio potere riproduttivo non può essere vietata, censurata, punita.

Per aderire potete inviare una mail a:

dibattito.gpa@gmail.com

Silvana Accossato, Silvana Agatone, Cristiana Alicata, Angela Ammirati, Augusta Angelucci, Anarkikka, Antonella Anselmo, Silvana Appiano, Alice Arena, Mariangela Arimondo, Maria Grazia Arnaldo, Donatella Artese, Paola Assandri, Monia Azzalini, Angela Azzaro, Gloria Bagnariol,Anna Baraglia,  Liliana Barchiesi,  Maria Grazia Bartoli, Alda Bellato, Roberta Bertero, Paola Berzano, Giulia Blasi, Milena Boccadoro, Clara Bondesani, Barbara Bonoli Romagnoli, Camilla Borgna, Angela Bottari, Giuliana Brega, Sabrina Brunodet, Patrizia Cacioli,MarinaCalloni, Alessia Caiazzo,  Elisabetta Camussi, Maica Cantarella, Ramona Capani, , Valentina Capati, Vilma Cappello , Oriana Cartaregia, Augusta Casagrande, Federica Castelli, Maria Luisa Celani, Gegia Celotti,  Elena Ceretto, Ida Chiauzzi, Noemi Ciarniello,, Bruna Cibrario, Carla Eleonora Ciccone, Tania Cintelli, Ludovica Cioria, Daniela Cipolla, Eleonora Cirant, Greta Cogotti, Ingrid Colanicchia, Gabriella Colosso, Assunta Confente, Gabriella Congiu, Barbara Consarino, Susanna Conti, Concetta Contini, Marcella Corsi, Rossella Cossu, Maura Cossutta, Maria Paola Costantini, Vanda Cremona, Susanna Crostella, Giovanna Cuminatto, Maria Rosa Cutrufelli, Marilisa D’Amico, Eleonora Data, Eva De Adamo, Laura De Benedetti, Rossella De Bonis, Alessandra De Gaetano, Chiara De Gaetano, Rita De Lima,Norma De Piccoli, Titti De Simone, Giulia Defebe, Marina Della Giusta, Alisa Del Re, Eva Desana, Teresa Di Martino, Monica Di Sisto, Stefania Doglioli, Irene Donadio, Ada Donno, Lucia Esposito, Fabiana Fabiani, Marialuisa Faella, Anna Falcone, Roberta Fantozzi, Pasqualina Farilla,  Pinuccia Farilla, Rosa Anna Farilla, Serena Fasano, Elena Ferrara, Nadia Ferrigo, Sara Fichera, Marianna Filandri, Giovanna Foglia, Annachiara Forte,  Ernesta Fusetti, Camilla Gaiaschi, Cristina Iolanda Galletti, Valentina Galluzzi, Viviana Garbagnoli, Oria Gargano, Vera Gheno, Marilena Grassadonia, Francesca Romana Guarnieri, Paola Guazzo, Jennifer Guerra, Enrica Guglielmotti, Paola Guglielmotti, Cinzia Iannetta, Anna Maria Ilardo, Angela Lamboglia, Roberta Lazzeri, Vera Lazzeri, Barbara Leda Kenny, Marinella Lentini Daniela Leo, Rosamaria Lettieri,  Germana Lionello, Silvia Lorenzino, Vanna Lorenzoni, Katia Lotteria,  Deborah Luchini, Simonetta Luciani, Michela Luperto,  Maria Antonietta Maccioccu, manuela Manera, Giuliana Manica, Barbara Mapelli, Elena Marchetti, Serena Marchi, Chiara Martucci, Michela Marzano, Sofia Massia, Maria Luisa Masturzio, Miresi Mattiuzzi, Maria Grazia Mazza, Nadia Mazzardis, Elena Mazzoni, Liliana Meinero, Lea Melandri, Katia Menchetti,  Silvia Menecali, Maria Merelli, Sonia Monizza, Arianna Montorsi, Lucia Anna Mosca,  Alessandra Musicò, Eva Mutini, Manuela Naldini, Adriana Nannicini, Tiziana Nasolini, Carla Negro, Silvia Neonato, Rosalba Nestore,  Graziella Nicosia, Alessandra Notarbartolo, Giulia Numa, Manuela Olia, Laura Onofri , Sonia Ostrica, Claudia Padovani, Lucilla  Pagnani, Roberta Paoletti, Rosa Papa, Livia Papi, Elisabetta Papini, Antonella Parigi, Enrica Pazè, Isabella Peretti, Benedetta Perilli, Cristina Peroglio, Rossella Perugi, Antonella Petricone, Samanta Picciaiola, Barbara  Piccininni, Marina Pierlorenzi, Nicoletta Pirotta, Anna Pizzo, Nadia Pizzuti,Carla Pochini, Alessandra Poli, Bianca Pomeranzi, Laura Pompeo, Marina Ponzetto, Graciela Porta, Samuela Povero, Giovanna Prato, Rita Preziosa Spata, Maria Rosa Pulli, Isabella Racca, Francesca Romana Recchia Luciani, Margherita Reho, Giorgia Reiser, Maria Elvira Renzetti, francesca Ressia, Eufemia Ribichini, Daniela Risso,  Esmeralda Rizzi, Paola Rizzi, GizianaRoda, Giulia Rodano, Caterina Romeo, Angela Ronga, Elena Rosa, Maria Grazia Rossilli, Giulia Nicoletta Rubat Remond, Maria Grazia Ruggerini, Maria Teresa Russo, Pina Salinitro, Mariagrazia Sangalli, Marina Santiano, Chiara Saraceno, Serena Sasanelli, Laura Savelli, Anna Sburlati, Stefania Scarponi, Giovanna Scassellati, Laura Seidita, Rosita Serra, Giorgia Serughetti, Luisella Seveso, Anita Sonego, Teresa Sorrentino, Martina Spedicato, Rosa Maria Spitaleri, Laura Storti, Paola Stringa, Rita Taggi, Norma Tamai, Gianna Tangolo, Daniela Todarello, Franca Tombari, Tullia Todros, Marina Toschi, Anna Uglietti, Maristella Urru, Rossana Valentini, Maria Vallino, Maria Cristina Valsecchi, Vilma Varvo, Anna Vernarelli, Giulia Verrastro, Maddalena Vianello, Maria Luisa Villa, Carole Xhaet,  Francesca Zoavo,

CONDIVIDI DOVE VUOI

LEGGI ANCHE

  • Distortə, comunità scientifica e realtà LGBTQIA+ contro la disinformazione

    8 Aprile 2024

  • Tavolo tecnico su adolescenza trans, associazioni escluse

    28 Marzo 2024

  • Valle Aurelia, la sentenza: omofobia come eccesso di velocità. 

    15 Marzo 2024